Biografia di Umberto Tozzi

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22 Dic 2012 - IN CONCERTO

attimini  IN CONCERTO

 

Sabato primo dicembre a Padova non si è svolto il concerto del nostro Umberto o meglio, non solo quello. Eppure era iniziato così, come un concerto, anzi come l’unica data italiana del suo tour e la cosa mi aveva fatto un po’ sorridere pensando che nel capoluogo patavino c’era stato solo pochi mesi prima. Certo, era ospite al festivalshow quindi in una parte, seppur principale, rispetto ad un evento contenitore, ma “unica data italiana” suonava più come un formalismo che altro. L’altra cosa particolare fu che decisi di partecipare all’unica data. Particolare  perché dopo aver seguito Umberto agli inizi della sua carriera live con costanza e in più date anche dello stesso tour (“Notte delle stelle” dell’80 escluso per mie ragioni anagrafiche e geografiche), alla metà degli anni 90, decisi di smettere. Non volevo cambiare opinione su di lui, perché in fondo un fan rimane tale nel bene e nel male e può succedere che ragioni in questo modo. Così riuscii a proteggere i miei ricordi. Mancavo quindi dai suoi concerti da un po’ e come se fosse “qualcuno che… ti chiama”  decisi che era semplicemente il momento di ritornare a respirare quell’aria facile da ricordare e difficile da descrivere. Nel frattempo “qualcuno” iniziava a metterci del suo: si seppe che dal concerto sarebbe stato tratto un dvd e poi che sarebbe stato possibile partecipare alle prove, mentre una rappresentanza di noi fans sarebbe salita sul palco per incontrarlo e un’altra rappresentanza avrebbe avuto un seguito dopo il concerto prima di lasciare Umberto alla sua dimensione privata. Tutto ciò era sufficiente per trasformare la cosa in un evento. Non va sottovalutato il fatto che in questi anni i fans di Umberto si sono “organizzati” in quella che lui stesso ha definito la Tozzifamily, lo zoccolo duro che lo segue ovunque o quasi e che ha visto Ale premiato sul palco proprio perché ha cancellato o ridotto al minimo la parola “quasi”. Sapevo quindi che andando al concerto avrei avuto modo d’incontrare o vedere molti che su queste pagine ho conosciuto di nome, condiviso opinioni, parlato di passato, presente e futuro. Con qualcuno di questi posso dire che siamo diventati senz’altro amici. Insomma, l’appuntamento aveva preso una serie di sfumature emotive che sono pian piano cresciute fino al fatidico giorno. Si, perché una volta sceso dall’auto l’atmosfera è diventata particolare: incontrare e parlare con persone per la prima volta senza che queste fossero sconosciute, ha dato una seriazione un po’ irreale. Ho pensato divertito che quella che stavo vivendo fosse “la notte degli avatar viventi”. Poi è iniziato il concerto. Quello che mi ha colpito è stata la perdita dell’indipendenza del singolo brano. Umberto ha proposto la sua carriera lasciando pochi brani “da soli” dall’inizio alla fine. Ha proposto “blocchi” di medley dove il suo repertorio si è susseguito come fosse un crescendo che tutto coinvolgeva e tutto amalgamava indicando non un unico episodio ma un periodo lunghissimo, comune,  fatto di tanti piacevoli episodi. Non so come sia stato il concerto dal punto di vista tecnico e musicale. Questa è un’analisi che mi riserverò con l’ascolto del dvd. Ma in quel momento non erano importanti gli arrangiamenti, la scaletta o altro. Umberto era in forma e noi in quel momento, in piedi a cantare, abbiamo cercato di afferrare il magico di quelle canzoni insieme al suo interprete. E se siamo andati a casa soddisfatti e con la voglia di ringraziare ancor di più Umberto, significa che quel qualcosa di straordinario lui è riuscito a farcelo rendere raggiungibile in questa fantastica ed indimenticabile occasione. Il freddo della notte all’uscita del teatro ci ha ricondotto più sereni alla realtà, consapevoli di aver partecipato a qualcosa di emozionante, senza dubbio una piacevole deformazione della realtà razionale. Tant’è che sulla strada del ritorno mi è venuto un dubbio: “…ma veramente la corista in un paio d’occasioni mi ha fatto l’occhiolino, oppure è stata l’atmosfera che mi ha fatto credere che….”

 

Stefano Dalto 22.12.2012                                                                           foto: Serenix


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