Biografia di Umberto Tozzi

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25 Ott 2014 - ..e adesso sei...

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Guardo fuori ed ammiro lo spettacolo che mi offre questo angolo di natura, nel tratto di ferrovia che dal paese dove vivo porta in città, miracolosamente sopravvissuto (chissà ancora per quanto) alla cementificazione selvaggia. La campagna oggi è un trionfo di colori ed odori che mi arrivano dai finestrini socchiusi nonostante il treno sia pieno di variopinta e variamente odorante umanità. La meraviglia è quella di uno spettatore ad una prima assoluta, in realtà non assisto a niente di inedito considerando che quello  stesso tratto lo faccio ogni santo giorno e ormai da anni per recarmi al lavoro.

Eppure oggi è diverso. Sarà che oggi non ho voluto disperdere i miei pensieri in qualche lettura vagamente impegnata o nell’ascolto di musica sparata in cuffia viaggiando ad occhi chiusi. Oggi è un giorno speciale, non sto andando in città per lavorare, bensì per incontrare Linda. Io e Linda ci siamo conosciuti 10 anni fa ad un pranzo di lavoro. Penso 10 a numero in quanto fa più effetto pensare a quanto tempo sia passato da quel nostro primo, e finora unico, incontro. Lavoravamo per la stessa azienda ma in sedi diverse. A quel pranzo abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola ed è bastato per far scattare un pizzico di simpatia tra due, fino ad allora, perfetti sconosciuti che sono riusciti a riconoscersi in un contesto di fatto di grigi colleghi apatici e senza forma che sono soliti popolare occasioni di quel tipo. In tutti questi anni siamo rimasti in contatto, nonostante Linda ad un certo punto abbia pure cambiato lavoro. Un contatto virtuale, fatto di molte mail, qualche sms e, realizzo solo adesso, pochissime telefonate. L’oggetto delle nostre conversazioni su tastiera è presto passato da argomenti di lavoro a scambi di opinioni sull’ultimo spettacolo visto a teatro o l’ultimo libro letto, sul commentare la domenica calcistica al suggerire all’altro di andare a vedere quel cantante quando capitava in città con il nuovo tour. Ognuno ha rappresentato per l’altro un interessante e valido interlocutore, con il quale poter parlare con lo stesso impegno del film comico campione di incassi sulla bocca di tutti come dei mali che affliggono il pianeta manifestando la stessa rabbia ed indignazione davanti le grandi ingiustizie. Momenti di evasione, pura e sincera. Mai in 10 anni un sms dai toni ambigui che potesse far pensare a chissà quale secondo fine di uno o dell’altro protagonista.

Ma allora perché ora mi trovo su questo treno, perché io e Linda ci rivediamo a distanza di 10 anni? La nostra amicizia virtuale è sopravvissuta a scossoni di vario genere che ognuno di noi ha attraversato nella propria vita. Non sempre dall’altra parte si sapeva cosa stesse succedendo da questa parte e viceversa. Adesso però certi scossoni avevano portato entrambi in una condizione nuova, diversa. Linda in realtà è già da qualche tempo fuori dai postumi della separazione dal suo compagno. Da allora nessuna storia o forse niente di significativo, credo o cerco di convincermi (e chissà perché dovrei convincermene aggiungo!).       Io in realtà ne sono fuori da meno tempo, qualcuno potrebbe anche rimproverarmi che la ferita è ancora fresca e che non è il caso di cercare già nuove storie. Ma cosa c’entra questo con il rivedere Linda oggi? In fondo, penso, non c’è niente di male se due persone adulte, entrambe libere, decidono di vedersi – o forse vedersi per la “prima” volta (?). In fondo questo incontro ha solo lo scopo di dare un “senso” all’amicizia di questi anni. Alle tante e-mail, ai vari sms. Ora ci sono tutte le condizioni per potersi dire le stesse cose in presenza dell’altro, magari sulla panchina di un parco o seduti in una caffetteria. Non che prima non si potesse fare, ma di certo ora è più facile (e allora perché no?). Intanto il treno è entrato in città e la campagna ha lasciato la scena ad anonimi palazzoni di periferia. Più si avvicina il momento dell’incontro e più sale una inaspettata emozione, mista anche ad un po’ di ansia. Mi dico che non ha senso e cerco di riportare la calma dentro me. In fondo passeremo la giornata a chiacchierare del più e del meno, ripassando per i soliti argomenti, molti dei quali già abusati in passato. Non c’è motivo di preoccuparsi, o peggio di andare in ansia.

Eppure l’ansia mi prende, proprio adesso che il treno ha aperto le porte e mi perdo dentro una massa indefinita di pendolari frettolosi ed agitati. Mi prende l’ansia perché mi chiedo se Linda saprà trovarmi in mezzo a tanta gente (e mi compiaccio di aver fatto una considerazione dalla possibile doppia chiave di lettura …). Poi la vedo lì, appoggiata alla colonna vicino l’imbocco del sottopassaggio che inghiotte a centinaia i miei compagni di viaggio. Mi avvicino, sul mio viso si disegna un sorriso che ha il sapore dell’evidente imbarazzo … o forse sarebbe meglio dire che quel sorriso tradisce un po’ di presuntuosa consapevolezza, pensando già di sapere quali potrebbero essere le conseguenze di questo incontro. D’altra parte mi è evidente che più mi avvicino e più un pensiero si impone su tutti gli altri che affollano la mia testa ed accompagna i miei ultimi passi verso di lei. Un pensiero molto semplice, la guardo e penso che Linda è semplicemente bellissima … 


    Domenico, 25 ottobre 2014                                              graphic by, Stefano_D


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