Biografia di Umberto Tozzi

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e adesso sei (nella versione di Linda)

08.47. E’ questa l’ora che il grande orologio della stazione mi sbatte contro come un pugno in faccia. Lo sapevo.

Lo sapevo che per paura di fare tardi avrei finito con l’arrivare troppo in anticipo. “Arrivo con il treno delle 09.40. A domani, dormi bene”. Leggo e rileggo l’ultimo whatsapp di Mattia sperando che ad ogni lettura il tempo che mi separa dal suo arrivo si possa come d’incanto accorciare un po’. Tentativi vani. Mi rassegno al dover aspettare quasi un’ora e d’improvviso esco dalla solitudine dei miei pensieri per naufragare tra le onde dell’oceano umano che popola la stazione nell’ora di punta. Luogo che proprio per il suo troppo affollamento mi guardo bene dal frequentare, tanto che mi sento in terra straniera pur essendo nella mia città. Il Tibet. Me lo dice sempre Ennio, il mio amico buddhista, vegetariano ed immune alle piccole e grandi paranoie di noi comuni mortali, che il Tibet sarebbe il luogo ideale per me. Ed io gli do ragione. Ma il Tibet può aspettare. Cosi come io in stazione sto aspettando Mattia, il quale finalmente smetterà di essere un nome dietro al quale si sono consumati fiumi di parole tra e-mail, sms e chat ora che anche lui, con i suoi tempi, è entrato nel magico mondo di Uazzapp!

 

Sono al binario 24, quello al quale arriverà il suo treno. Sembra che qualcuno da lassù ha a cuore la mia salute ed ha voluto salvaguardarmi da un probabile attacco di panico dirottandomi nell’angolo più nascosto e meno frequentato della stazione. Qui nell’attesa, a farmi compagnia ci sono solo alcuni addetti alla pulizia dei bagni pubblici ed un signore che entra ed esce dalla toilet imprecando in quanto non riesce a pulirsi da un ricordino che un piccione di passaggio ha pensato bene di lasciargli sulla giacca. Sorrido della sua disgrazia augurandomi di non essere toccata dalla stessa sorte!

 

In realtà Mattia non è solo un nome per me. Ho presente la sua figura e me la ricordo nonostante siano passati dieci anni da quando ci siamo conosciuti. Mi lega a quell’unico e lontano incontro il ricordo di un ragazzo carino, prima ancora che nell’aspetto, nei modi. Quella che definiresti una “bella persona”.  Si Mattia è una bella persona.

Si da fare nel sociale, segue tante passioni, molte delle quali abbiamo con il tempo scoperto avere in comune.

E poi è bravo sul lavoro. Mi ha spesso dato suggerimenti ed apprezzate consulenze gratuite quando lavoravamo per la stessa ditta seppure in sedi diverse. Realizzo forse solo adesso che con nessun collega del mio ufficio avevo instaurato il rapporto instaurato, seppure a distanza, con Mattia. Realizzo anche che è strano in tutti questi anni non esserci più rivisti, ne casualmente, ne volutamente. In effetti lui non ha mai manifestato nessun interesse in tal senso e tantomeno io. Per quanto credo che forse non sarebbe dispiaciuto a nessuno dei due. Però, abitando lontano ed immersi ognuno nella propria vita forse abbiamo dato per scontato non ci fosse spazio per altro rispetto a quello che non c’era già. A Mattia non ho mai raccontato molto delle mie questioni personali, in realtà lui ha saputo del mio essere tornata single già  molto tempo dopo la mia separazione. Anche lui non mi ha mai raccontato più di tanto della sua vita privata, e sono venuto a sapere della sua più recente separazione solo in via del tutto casuale.

 

E adesso sono qui ad aspettare un treno. Perché ci incontriamo? Un po’ ho paura. Io avrei evitato, almeno per adesso. Ma Mattia ha insistito ed io non ho opposto resistenze. Forse in fondo ho la stessa voglia di vederlo se non di più. E’ come se ritrovandoci entrambi liberi dalle nostre precedenti situazioni sentimentali è caduta quella barriera che rendeva impermeabili i nostri cuori l’uno all’altro. Ci siamo ritrovati nudi, esposti, vulnerabili. E di conseguenza più ricettivi l’uno verso l’altro. Quello che prima ci piaceva dell’altro adesso ci incuriosisce e ci interessa al punto da volerne sapere di più. C’è sicuramente un po’ di suggestione. Ma c’è anche qualcosa di vero e sincero dietro questa voglia di vedersi. Abbiamo entrambi lasciato andare qualcosa che non ci apparteneva più ed ora guardiamo con occhi diversi  tutto ciò che ci circonda. E’ come se finalmente più consapevoli di noi stessi ora siamo alla ricerca di qualcosa che ci somiglia, come se fosse finalmente  chiaro in testa quello che si vuole, quello che si sta cercando.

 

09.40, il treno è arrivato. Scende una massa indefinita di pendolari frettolosi ed agitati che però non agitano me.

Anzi, avverto una grande calma interiore che farebbe invidia perfino al mio amico Ennio quando tra quella massa indefinita riconosco Mattia che mi viene incontro. Lo guardo con tenerezza mentre lui cerca di nascondere il suo evidente imbarazzo dietro un accenno di sorriso. In quel dolce imbarazzo lo riconosco, anzi, mi sembra di conoscerlo da sempre e questi dieci anni non sembrano essere mai passati. E adesso è come io vorrei…


Domenico, 10.11.2014                                                                 graphic by Stefano_D


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