Biografia di Umberto Tozzi

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Foto: TOZZI TALKS TURKEY -Umberto Tozzi, lett, who co -wrote the Laura Branigan hit, "Gloria," visits with Leeds Levy, center, president of MCA Music, his domestic publishing company, and his manager, Franco Dal Dello of Sugarmusic, Italy. Branigan also covers his tune "Mama" on her new LP. Da Billboard del 16 aprile 1983.



I CAPOLAVORI NASCONO DALLA LUNGIMIRANZA

Nella tarda primavera del 1982 Enzo Bearzot convocò per i Mondiali in Spagna Paolo Rossi. Aveva solo tre partite all'attivo nel campionato appena termina  in quanto doveva scontare una squalifica (poi ridotta). Era il periodo del cosiddetto “calcioscommesse”. Bearzot lo preferì a Pruzzo, capocannoniere per il secondo anno consecutivo.  Con il senno di poi  oggi possiamo  dire che ci aveva “visto lungo”, ma le polemiche gli arrivarono da tutte le parti. Si arrivò al punto che Zoff, come capitano annunciò che i giocatori erano in silenzio stampa come risposta alle critiche continue.

Sette anni prima dei Mondiali in Spagna, Franco Daldello  con un guizzo lungimirante decise di far conoscere due persone che mai prima si erano incontrate, intuendo che l’unione di quei due elementi potesse dare buoni frutti. Uno era il maestro Bigazzi, con alle spalle già diverse hit memorabili. L’altro era un giovane musicista che agli occhi del manager della CGD si era fatto apprezzare più che dell’abilità strumentale per le sue doti di autore avendo vinto come tale l’edizione di Canzonissima 74. I due si ritrovarono a Firenze in casa Bigazzi. Umberto ricorda che ci arrivò con la sua 127 e “provarono a vedere cosa sarebbe successo”. Dopo una decina di giorni ebbero del materiale che riportato a Milano venne giudicato interessante dai vertici della CGD. Non solo, ma la voce di Umberto nei provini piacque al punto che proposero al Nostro di fare un album cantando lui stesso i suoi lavori. Fu così che esattamente 40 anni fa arrivò sul mercato il disco di un cantautore che non sapeva ancora se suonare nelle band, tuffarsi per sempre nella carriera artistica personale oppure trovarsi un lavoro più “normale”. Il disco non ebbe successo, vendette cinquemila copie  e per mia fortuna, una copia la trovai ancora con il cellophane cinque anni dopo. Ma ancora una volta una lungimiranza, questa volta di Alfredo Cerruti  (a quel tempo direttore artistico della CGD e componente degli Squallor ), permise che un brano contenuto in quel primo album potesse avere una seconda possibilità e affidato a Fausto Leali (poi ripreso anche da Mina), divenne un discreto successo nazionale.  Nell’estate del 76 quindi, nelle radio libere che iniziavano a saturare l’etere, nell’aria ogni tanto risuonavano le note di una canzone scritta dall’inedita coppia Bigazzi/Tozzi il cui titolo era un imperativo rivolto al futuro, e nella sua innocenza, lungimirante: “…io camminerò, tu mi seguirai…”


Stefano, 14/07/2016


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