Biografia di Umberto Tozzi

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PIU' TI GUARDO, PIU' MI ACCORGO CHE

«Cosa ti ricordi del tuo esame di maturità?» Me lo chiede mentre sta afferrando il suo bicchiere con doppia cannuccia e con dei pezzi di frutta infilzati in un bastoncino. Osservo il livello del liquido rosa che scende lentamente, appena sopra le sue dita. Mi guarda e accenna un sorriso. Per qualche interminabile istante rimango a guardarla. Sembra ieri quando ci siamo conosciuti per la prima volta. Me la presentò Franco ad una festa. Stavano insieme.

«Pregavo che Umberto non facesse un disco!» risposi confidando nella sua memoria sui miei gusti musicali.

«E venni esaudito. Mi risparmiò dal cercare ossessivamente sulle radio il nuovo disco, così potei studiare senza distrazioni. Era la prima estate senza una sua canzone nuova. Indimenticabile anche per questo».

«E il tuo associare una canzone ad un’estate? Il tuo sistema sarà andato in tilt!» Ridiamo insieme mentre appoggia il bicchiere sul tavolino.

«In realtà c’era un brano che mi piaceva moltissimo. Si chiamava Appetite ed era…fammi pensare…si era degli Prefab Sprout…se non ricordo male. Ma tutto l’album di quel 1985 non era niente male…suonato e arrangiato molto bene. E tu? Cosa mi dici della tua maturità?»

«Io l’ho fatta dieci anni dopo di te. Mi ricordo che era di lunedì, come oggi». Sorride. Poi alza lo sguardo in alto a destra come a cercare visivamente nel suo archivio qualcosa che ora mi dirà.

«Passai una domenica allucinante, me lo ricordo bene. Per radio passavano spesso una canzone di Raf che mi piaceva molto…non ricordo il titolo…parlava di due che si ritrovano dopo qualche tempo in un caffè…»

«Io e te!»

«Si, proprio come noi, ora…»

«No…intendevo che il titolo era Io e te. Anche quel brano aveva una ritmica niente male» mi affrettai ad aggiungere.

Un tuono fa vibrare i vetri e mi cancella lei, i tavolini in ferro verde all’ombra di platani secolari e la nostra chiacchierata. Mi porta alla realtà: comprendo che stavo rivivendo ad occhi aperti quanto era accaduto oggi pomeriggio. Sono le otto di sera e dal divano vedo un cielo che si è fatto nerissimo. Faccio uno sforzo per ritornare a quei momenti ma, chissà perché, visualizzo solo il momento del congedo.

«Ora devo rientrare in ufficio. Mi ha fatto piacere incontrarti. Grazie per il break». Poi prende dalla borsa una penna e su una salvietta scrive il suo numero. Dice che è quello privato e lo tiene spento in orario di lavoro.

«Ci sentiamo per un caffè? Non farmi aspettare anni però!» e sorridendo me la porge.

Stop.

Il mio sogno ad occhi aperti finisce qui mentre osservo sulla salvietta, che avevo piegato come un prezioso appunto, i numeri scritti con inchiostro blu. Vado sulla mensola dei cd e cerco quello di Raf…eccolo qui…Manifesto…traccia numero 3: Io e te. Mentre parte la canzone, leggo il libretto interno…Drums: Neil Conti. Mi sorge un dubbio…cerco il cd “Steve McQueen” dei Prefab Sprout. Mi ricordo che ne avevo acquistato una ristampa. Eccolo! Nel retro leggo i componenti del gruppo…Drums: Neil Conti!

Un lampo all’orizzonte illumina a giorno per qualche istante il cielo. Il suo sguardo all’insù, i suoi sorsi, la sua voce mi riappaiono in sequenza, vivi e presenti mentre Raf canta “…tu, ormai, mi stai guardando mentre te ne vai…”


10/07/2017       Testo e grafica di Stefano _D


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