Biografia di Umberto Tozzi

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PRIMA O POI DI FOLLIA SCOPPIERA' MEZZA UMANITA'

“Prima o poi di follia scoppierà mezza umanità, su di noi stormi di nucleari avvoltoi”. Con questo incipit, nel 1982, Umberto Tozzi e Giancarlo Bigazzi misero in parole e musica il voler esorcizzare la paura di un possibile olocausto nucleare. Si era ancora nel pieno della cosiddetta Guerra Fredda ed il mondo era convenzionalmente diviso in due blocchi, tra Est ed Ovest. Anche se il disgelo sarebbe arrivato da lì a qualche anno, il rischio di un conflitto atomico era ancora e ben presente nella vita di tutti i giorni e faceva spesso capolino nella vita di tutti i giorni, non solo attraverso le notizie che arrivavano dai TG ma anche attraverso il cinema. Si pensi ad esempio a film che hanno fatto epoca come The Day After, Il Giorno Dopo oppure War Games, Giochi di Guerra, entrambi del 1983. Ma anche attraverso la musica,

E così l'atomica entra anche nel testo di un brano pop, scritto per dominare le classifiche ed accompagnare gli italiani durante l'estate di quell'anno. Una canzone d'amore, “alla Tozzi”, con un ritornello facile da memorizzare e canticchiare, ma sullo sfondo un argomento che di leggero ha decisamente poco. La scelta di tematiche più profonde, sarà in realtà il filo conduttore per tutti i brani inclusi nell'album omonimo. Cito il nostro Stefano Dalto per ricordare che “nasce così un album raggruppato attorno a tematiche sociali che partendo dalle difficoltà individuali di affermazione sociale (La Testa sui binari, Faccia d'angelo), alle difficoltà della relazione di coppia (Lo stare insieme, Chiuso , Disprezzo), all'arrivismo e al consumismo (Isola nel sole e Himalaya), traccia delle speranze e offre una via d'uscita (Eva).

Con la caduta del muro di Berlino, e la conseguente fine della Guerra Fredda, l'umanità sembrava destinata a vivere un lungo periodo di pace tra i popoli e le nazioni. In realtà, proprio da quel momento in poi, inizieranno una serie di guerre che si susseguono senza sosta e che in alcuni casi, per vicinanza (Jugoslavia) o per alleanze (Iraq, Afghanistan), vedono l'Italia direttamente o indirettamente coinvolta. Nonostante questo però, il rischio di un conflitto nucleare si allontana dai pensieri dell'opinione pubblica, per quanto il pianeta diventa sempre più un deposito di armi atomiche con nuovi paesi che si aggiungono agli USA e alla Russia come detentori di armi distruttive. Bisognerà aspettare l'inizio del 2022, ovvero a 40 anni dal brano Eva di Tozzi, per tornare a sentir parlare, per di più con una stucchevole leggerezza e faciloneria, di un possibile conflitto armato con uso di armi nucleari. Nella realtà dei fatti, con lo scoppio della guerra in Ucraina ed il diretto coinvolgimento di Russia e indiretto coinvolgimento di Stati Uniti ed Europa, il rischio è molto concreto. Dall'anno della sua istituzione (1947) il Doomsday Clock, conosciuto in Italia come l'Orologio dell'Apocalisse, non è mai stato così vicino alla mezzanotte.

Adesso stiamo per lasciarci alle spalle il 2022 e stiamo per iniziare il 2023. Probabilmente nessuno di noi pensava di tornare ad ascoltare Eva con questo scenario a distanza di 40 anni dalla sua pubblicazione. Vogliamo comunque credere in un futuro dove il genere umano capisca finalmente che abitiamo tutti in appartamenti dello stesso condominio. Che nessuno può salvarsi da solo, vale per gli individui come per gli stati. Speriamo che il 2023 riporti la pace, in Ucraina ed in tutti i teatri di guerra, che il nuovo anno porti armonia tra i popoli e buon senso in chi prende decisioni importanti. Vogliamo continuare a cantare Eva per altri 40 anni e oltre.

Buon anno nuovo a tutti noi!


1.12.2023, Domenico (Immagine elaborata da Stefano_D)


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