Biografia di Umberto Tozzi

Radio Filger online :)

pink-lady
IL COLORE ROSA

Nel 1700, imperante il gusto rococò, il rosa contraddistinse più di altri colori questo periodo. Così come il Tiepolo lo adoperò nei cieli per indicarne il termine della notte e dare la possibilità ad Apollo di sorvolare i quattro continenti allora conosciuti, così come in terra per decorare porcellane e gli abiti di madame de Pompadour. Il rosa fu per i periodi successivi identificato in quel particolare momento dove la società aristocratica perse completamente il senso della realtà (come non dimenticare il “E’ finito il pane? Che mangino brioches” che seppur falsamente attribuito alla regina Maria Antonietta, rende l’idea del distacco allora esistente tra sudditi e governanti). Il colore rosa ha conservato successivamente un’eco decadente, un “fuori dalla realtà” condividendo l’utilizzo in più banali identificazioni di genere. E cos’è il sogno se non un porsi fuori dalla realtà? Nel 1981 la premiata ditta Bigazzi&Tozzi propose il racconto di un accadimento sognato dove gli accadimenti, dilatati proprio come avviene nella fase onirica dove il tempo percepito è notevolmente più ampio di quello reale, durano una notte intera nello spazio musicale effettivo di 7 minuti e 36 secondi. Il tutto legato da un filo, rosa ovviamente, come la benzina, fornitrice di potenza non solo al motore ma metaforicamente utilizzata come causa esplosiva e quindi sfogo di una assenza amorosa che causa dolore e agita il sonno.

Notte rosa, LP targato CGD 1981, che compie quest’anno quarant’anni, è stato il tentativo successivo all’album Tozzi (Poste ’80), di valorizzare non tanto la canzone di punta dell’album ma il complessivo lavoro riversato sul long playing al punto tale che non uscì il 45 giri a lanciare l’album ma fu quest’ultimo a precedere il singolo.

È interessante sottolineare questo cambiamento da parte della produzione (Gianni Bella nel libro di Pierguido Asinari dichiara, con una percepibile stizza, che Bigazzi lo spingeva principalmente verso i 45 giri, mentre, approdato successivamente a Mogol, ha potuto ampliare lo spazio musicale cui esprimersi), che con Notte rosa realizza un album che si discosta molto dal sound dei precedenti nonostante sia il terzo album consecutivo arrangiato da Greg Mathieson. Mentre la cosa poteva disorientare i “piccoli fans” (nel dicembre 1980 scrissi una lettera(!) ad Umberto di “protesta” pregandolo di abbandonare il rock a favore di qualcosa di meno duro), il processo aveva un suo perché. La spiegazione involontaria mi arrivò in una risposta che Umberto diede ad un giornalista nel 1982 a conclusione di una intervista in occasione del lancio dell’album Eva. Giornalista: “Come sarà il prossimo disco Umberto? Meno arrabbiato e meno aggressivo?” Umberto: “Mi auguro diverso da questo e il più evolutivo possibile”. Ecco svelato il modus operandi quindi: non fermarsi ad un sound che aveva funzionato ma cercare di esplorare sempre nuovi orizzonti. A seconda dei critici, almeno alcuni, l’obiettivo venne raggiunto: Notte rosa, anche a distanza di tempo viene riconosciuto come forse il più innovativo sotto il punto di vista della ricerca musicale. Non di meno l’uso della voce. In Please, Umberto realizza quelli che Bigazzi definirà “anelli di voce”. Un utilizzo inedito dello spettacolare timbro di voce del Nostro. Quarant’anni dopo Notte rosa mantiene gran parte di quella innovazione a testimonianza di un target alto, capace di cavalcare con dignità non solo gli anni, ma anche i decenni. Nel frattempo molte cose sono cambiate, la benzina da rosa è diventata verde e forse tra quarant’anni non ci sarà più, ma lo smalto per unghie “rosa pompadour” cosi come il brano “Notte rosa”, nuovo o “usato su eBay”, si possono ancora acquistare.


Stefano_D, 9.10.2021


Share on Twitter! Digg this story! Del.icio.us Share on Facebook! Technorati Reddit StumbleUpon

Articoli in « In primo piano »

Commenti *

I commenti per questo articolo sono stati disabilitati.
Torna su