Biografia di Umberto Tozzi

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Quando Umberto fece esplodere la notte

La lunghissima carriera di Umberto Tozzi ci porta, anno dopo anno, al voler ricordare i capitoli più significativi della sua storia musicale. In questo 2021 appena iniziato, ricordiamo con grande piacere i 40 anni della canzone Notte Rosa e dell’omonimo album. Torniamo infatti al 1981 quando Notte Rosa chiude una riuscitissima trilogia di 3 LP realizzati insieme all’arrangiatore americano Greg Mathieson. Prosegue con questo nuovo disco l’intento di sganciarsi dall’etichetta di cantante per l’estate, etichetta che Tozzi si ritrovò suo malgrado addosso dopo i successi di Ti amo e Tu, e che in realtà non riuscirà mai a cancellare del tutto. Seppure tutti e tre gli album realizzati tra il 1979 ed il 1981 avevano un pezzo forte (Gloria, Stella Stai e appunto Notte Rosa), in questi dischi Umberto e Giancarlo Bigazzi fecere un grande lavoro su testi, musiche e suono,  per far sì che i dischi avessero un loro valore oggettivo e non essere solo il contenitore della hit di turno. 

L’album Notte Rosa nasce in quella Maremma tanto cara ad Umberto e Giancarlo, pare infatti che gran parte delle canzoni siano state scritte durante un ritiro presso le Terme di Saturnia. Per la veste delle canzoni i due continuano ad affidarsi alla maestria del sarto Greg, confermando in buona parte il team di musicisti che aveva lavorato al precedente album Tozzi (Poste’80). La title track, particolarmente innovativa per i tempi, resta a 40 anni di distanza una delle canzoni più belle e più amate di Umberto Tozzi. Non otterà il successo clamoroso di altri 45 giri usciti in precedenza, ma sarà per sempre una delle sue hit più famose, immancabile in qualsiasi raccolta o scaletta live. L’ascoltatore viene facilmente trasportato in una dimensione notturna e on the road ed accompagna Umberto in questo viaggio immaginario che lo riporta alla sua amata. Un viaggio attraverso un’intera notte, dove il cielo rosa  fa pensare alle suggestioni di un bel tramonto o di un’alba mentre il suono delle chitarre può essere facilmente associato al rombo del motore della sua macchina. Tutti elementi che, insieme al testo ed alla sentita interpretazione, conferiscono al brano una forte carica emotiva ed erotica.

Gli stessi elementi si ritrovano facilmente anche in altri brani dell’album. Il viaggio notturno ed il desiderio fisico tornano prepotentemente in Roma Nord, le chitarre si impongono prepotentemente in brani come Super Lady, Amantenova, Per Angela e Barbara. Le canzoni ruotano in buona parte intorno alla figura femminile, sia che si tratti di pezzi con contenuti trasgressivi, sia che si tratti di bellissime e romantiche ballate tipo Please e Marea. In perfetta linea con il suo predecessore “Tozzi”, “Notte Rosa” è un disco con una particolare attenzione al suono che, soprattutto ad inizio anni 80, fa di Umberto il meno italiano tra i cantautori italiani. L’attenzione per il suono non si limita solo alla scelta dei musicisti e degli arrangiamenti; in questo album c’è, infatti, anche un grande lavoro prodotto per valorizzare al massimo le qualità di interprete di Tozzi. E’ indubbio che la voce di Umberto sia un marchio di fabbrica unico ed inconfondibile, ma è soprattutto in questo disco che Umberto ne fa uno straordinario uso, quasi a maneggiarla come fosse un ulteriore strumento. Bigazzi in una intervista descrisse la voce di Umberto in alcune parti del brano Please come “anelli di una catena”.  In questo disco Umberto alterna tonalità basse a tonalità altissime, il tutto condito con il suo riconoscibilissimo falsetto. La capacità di giocare in maniera formidabile con la propria voce trova la sua sintesi perfetta nel brano Amico Pianoforte.

Per concludere, a distanza di 40 anni dalla sua pubblicazione, Notte Rosa resta uno degli album più riusciti di Umberto Tozzi nella sua interezza. La qualità generale è forse leggermente più bassa rispetto al suo predecessore, ma sicuramente di gran lunga superiore rispetto a molti degli album che seguiranno negli anni. Forse manca, dopo Notte Rosa, un secondo o terzo pezzo dello stesso spessore, ma il livello medio delle altre canzoni è comunque molto alto. E’ un disco che una volta schiacciato il tasto Play si lascia ascoltare fino alla fine, senza necessità di saltare tracce. Per gli amanti del vinile, interrompere l’ascolto è  necessario soltanto per girare lato. 


6/02/2021, Domenico


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